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Gruppo Imprese Artigiane: fare sistema è la vera innovazione

Gruppo Imprese Artigiane: fare sistema è la vera innovazione

All’assemblea annuale si rilancia l’importanza della manifattura e dello snellimento della burocrazia, mentre emergono i nuovi mestieri come lo sviluppatore di applicazioni per Apple e Android o l’impiegato nei social network

 

Qualche giorno fa si è tenuta a Parma l’assemblea annuale del GIA – Gruppo Imprese Artigiane, un’importante occasione per fare il punto sul panorama delle piccole imprese che rappresentano una parte fondamentale dell’economia. In un confronto a più voci tra l’orizzonte nazionale e la realtà della provincia di Parma, sono emersi alcuni punti di contatto: «La vera innovazione è di sistema, – ha affermato Michele Vittorio Pignacca, presidente del GIA – il confronto costante tra gli imprenditori può consentire di affrontare meglio le sfide che abbiamo di fronte, una delle quali è senz’altro l’abbattimento di una burocrazia che oggi è pesantissima, e non ci permette di operare alla pari con altri competitori europei: in Europa devono valere le stesse regole per tutti, mentre in Italia siamo bravissimi a complicarci la vita.» Gli fa eco anche Marco Granelli, vicepresidente nazionale di Confartigianato, che evidenzia inoltre la centralità di una cultura dell’artigianato più consapevole, sottolineando come «nelle università italiane si insegni di tutto tranne – a quanto mi risulta – una storia dell’artigianato». Una consapevolezza, appunto, che deve riportare al centro la manifattura, come ribadisce Patrizia Capitani, vicepresidente dell’Unione Parmense degli Industriali: «piccola industria e il mondo dell’artigianato devono ripartire dalla produzione manifatturiera, sostenuta anche da innovazione e internazionalizzazione: in quest’ottica, se le piccole aziende non sono strutturate per svilupparsi all’estero possono però offrire la propria attività ad imprese più grandi che un mercato internazionale ce l’hanno». Anche questo significa “fare sistema”, unendo le forze come si impegnano a fare anche le giovani generazioni di imprenditori, a giudicare dalle parole di Daniela Gambetta, presidente del Gruppo giovani imprenditori del GIA: «entusiasmo e spirito di squadra sono gli elementi che ci aiutano a crescere, assieme alla volontà di condividere le esperienze per affrontare in maniera positiva le sfide quotidiane». Sfide che passano anche attraverso l’evoluzione dei profili professionali che abitano il mondo dell’artigianato, come è emerso dalla relazione di Guido Caselli, direttore del centro studi di Unioncamere Emilia Romagna: «in un contesto generale certo non idilliaco, tra i settori che stanno reggendo meglio l’impatto con la crisi troviamo il turismo, i servizi alla persona e i servizi alle imprese, mentre sono emersi anche nuovi mestieri sconosciuti fino a qualche anno fa, come lo sviluppatore di applicazioni per Apple e Android o l’impiegato nei social network». L’emergere di questi nuovi lavori – alcuni un poco curiosi come, per esempio, l’istruttore di zumba – rappresentano il segno tangibile che impegno e creatività danno ancora i loro frutti, anche nel mercato complesso di oggi.